Sinossi

Il saggio analizza gli aspetti artistici, storici ed antropologici soprattutto di un'opera unica nel suo genere: il coro ligneo della Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore a Laurino, cittadina in provincia di Salerno, ricchissima di opere d'arte, purtroppo abbandonate. Può collocarsi tra la fine del '400 e gli inizi del '500, in una temperie storico-culturale di transizione ricchissima di avvenimenti, nei quali s'inserisce sorprendentemente il remoto piccolo paese cilentano, prima contea dei Sanseverino, poi ducea dei Carafa. Mostri fantastici, animali ibridi, "bizzarre" raffigurazioni antropomorfe, figure del mito classico, delicati profili di santi danno voce ad un complesso dal quale emanano moniti simbolici ed allegorici, forse anche di natura esoterica, così come da altri reperti presenti sul territorio (una sirena bicaudata in cocciopesto, una vera di pozzo istoriata del XIII secolo). Lo studio conclude una serie di saggi su quella che è stata definita una piccola città d'arte del Cilento.