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Editore: Franco Angeli
Reparto: Diritto
ISBN: 9788891728845
Data di pubblicazione: 07/01/2016
Numero pagine: 124
Collana: Diritto e società
Decidere quali comportamenti siano meritevoli di pena e quali non lo siano è una delle scelte più delicate che possano compiere le istituzioni di uno Stato. Proprio per questo si ritiene che solo il Parlamento possa avventurarsi su un simile terreno. Ed è questo il motivo per cui la legge statale è la fonte cui la Costituzione italiana, all'art. 25, secondo comma, riserva in modo assoluto la disciplina della materia penale. Tuttavia, per diverse ragioni, la realtà non è sempre conforme ai principi e sfugge da più parti alle maglie del dettato costituzionale. Le cause che hanno portato a una prassi insoddisfacente sono diverse: le disfunzioni del procedimento legislativo, che ha provocato l'abuso degli atti aventi forza di legge da parte del Governo; la difficoltà, in certi casi, di distinguere gli aspetti tecnici, cui è più opportuno faccia fronte l'Esecutivo, dalle scelte di politica criminale, spettanti al solo Parlamento; l'intreccio tra competenze legislative statali e regionali, per cui le fonti regionali si propagano anche nella materia penale; una giurisprudenza costituzionale non sempre rigorosa. Attraverso l'esame dei fattori che hanno condotto all'attuale situazione di crisi, dei possibili rimedi, delle molteplici rationes della riserva di legge in materia penale, questo volume si intende interrogare sulle ragioni per cui, oggi, può valere la pena riscoprire il significato garantista dell'art. 25, secondo comma, della Costituzione.
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