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Editore: Giappichelli
Reparto: Diritto
ISBN: 9788892133327
Data di pubblicazione: 25/09/2020
Numero pagine: 831
Giugno 1940. L'entrata in guerra dell'Italia influisce anche sui lavori per i codici. Si gioca una partita complessa cui prendono variamente parte giuristi, economisti, esponenti della politica e di centri di interesse. Ne è principale motore e centro di fuoco il concetto di impresa, con i suoi molteplici significati tecnici e ideologici. La disputa, combattuta dall'interno come dall'esterno della macchina legislativa, non si attenuerà con l'entrata in vigore del codice civile e nemmeno con la caduta del fascismo, attraversando le tormentate vicende che seguono sino all'avvento della carta costituzionale; peraltro, anche dopo, non verrà mai svelata in tutte le sue sfaccettature. Quale è stato il fattore decisivo che ha provocato la fine del codice di commercio? Quali erano gli obiettivi di Mussolini? A chi va ascritta la paternità della definizione di imprenditore? Quali forze hanno prevalentemente inciso sulle norme in tema di impresa? Come ha potuto il Libro del Lavoro trapassare nell'ordinamento del nuovo Stato? Al fine di sciogliere questi e altri interrogativi, l'autore ha coniugato l'esame di materiali di archivio e di pubblicazioni spesso misconosciute con l'analisi tecnica dei progetti succedutisi, ricavandone conferme e sorprese sul piano della ricostruzione storica, nonché spunti di riflessione per gli studiosi del diritto positivo.
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