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Editore: Ago Edizioni
Reparto: Letterature straniere: testi
ISBN: 9788894755428
Data di pubblicazione: 20/10/2023
Numero pagine: 150
Traduttore: Gonsalez del Castillo L.
Italo Calvino scrisse: «La riuscita di Norberto Fuentes (paragonabile a quella di un Beppe Fenoglio tra noi) è dovuta, oltre al suo ricco umore, all'aver saputo trovare il modello giusto del genere: L'armata a cavallo di Isaac Babel', lo scrittore russo della guerra civile. Non a caso, uno svelto "omaggio a Babel'" è contenuto in uno dei racconti dello scrittore cubano, che già sa che il suo modo di raccontare - come quello del suo maestro - non andrà a genio ai gelosi custodi dell'oleografia ufficiale (e così difatti avvenne)». Era il 1970, Norberto Fuentes aveva da poco concluso la sua prima raccolta di racconti che veniva pubblicata in Italia per Einaudi. Il mondo è cambiato, è passato mezzo secolo, il regime cubano si è aperto e le categorie del Novecento si sgretolano ogni giorno di più fino a perdere le loro forme originarie. Eppure, leggendo i racconti di Fuentes, tra i Capitano Descalzo e i Bunder Pacheco, tra i banditi e i soldati, i contadini e gli allevatori, tutto sembra rimasto immobile, uguale a sé stesso. C'è nella guerra una miseria umana che mai cambia, qualcosa che intaglia le anime degli uomini tutte allo stesso modo quando questi imbracciano un fucile. Ai sentimenti ottusi di conquista che annebbiano i pensieri una volta rivoluzionari dei conquistatori, si mescolano i piccoli desideri di chi la guerra la subisce, dei soldati che si preoccupano di andare a morire senza la colazione, incapaci di verbalizzare un disagio che è stato procurato loro senza che fossero preparati ad affrontarlo. La scrittura di Fuentes è rapida, istintiva, agita e non pensata, una lingua che ritma le scariche degli Ak-47 nella boscaglia cubana, immagini che si susseguono, frammenti divisi dai confini dei racconti ma che creano un affresco di insieme che restituisce al lettore uno spettro visivo, come dice lo stesso Fuentes nell'introduzione inedita pubblicata in questa edizione: «Avevo la capacità degli dèi ma in senso contrario. Nominavo le cose per l'ultima volta non per crearle, ma per testimoniarne l'estinzione. In qualche modo è stato proprio questo il destino del mio libro: essere un lampo, uno scoppio di luce e rumore che subito si estingue».
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