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Le "Settimane Internazionali di Nuova Musica" di Palermo (1960-1968) fanno ormai parte della memoria storica di una città che, per circa un decennio, è balzata alla ribalta delle cronache culturali nazionali e internazionali grazie ad iniziative innovative realizzate in un momento di particolare fervore sperimentale che attraversava i più diversi settori della cultura mondiale contemporanea, perciò non concernente soltanto la musica. Gli ispiratori della stagione della Nuova Musica, Antonino Titone, Francesco Agnello e Paolo Emilio Carapezza, già sul finire degli anni Cinquanta erano impegnati nell'individuazione di una nuova direzione che avrebbe portato alla realizzazione delle "Settimane", in una Palermo che, già dagli anni del secondo dopoguerra, emergeva in seno al panorama culturale isolano e italiano come città tradizionalmente aperta e attenta al nuovo, dove si svolgevano importanti manifestazioni culturali e si organizzavano eccezionali stagioni musicali che includevano in programma opere ed esecuzioni di compositori contemporanei come Casella e Schönberg, Petrassi e Maderna. Nelle intenzioni di Titone le "Settimane Internazionali di Nuova Musica" dovevano essere una risposta italiana a Darmstadt, punto di riferimento anche di Bruno Maderna, Luigi Nono e Luciano Berio.
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