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I 29 testi proposti in questo volume descrivono teorie, problemi, autori e discipline ritenuti esterni o marginali rispetto ai logoi e topoi ufficiali della filosofia novecentesca. In quest'ottica, la raccolta di saggi, che presenta un'esposizione decentrata e rizomatica del dibattito filosofico da Nietzsche ad oggi, ha innanzitutto l'obiettivo di fornire uno strumento euristico affermativo, in grado di evidenziare come i margini disciplinari, stilistici e contenutistici rispetto all'idea che la filosofia si è costruita di se stessa abbiano in realtà contribuito essenzialmente alla crescita concettuale, metodologica ed espressiva del pensiero contemporaneo. La categoria del margine si configura quindi come nuovo centro plurale e provvisorio di una filosofia scevra da presunzioni totalizzanti e depurata da pregiudizi snobistici e tentazioni isolazionistiche, che non hanno più senso di essere in un mondo complesso, contraddittorio e frammentato come quello uscito dalla modernità, in cui sacro e profano sembrano fondersi in un'unione indifferenziata. Il margine assume i contorni più indefiniti e revocabili della categoria euristica, che non si lascia tuttavia inglobare in un centro inclusivo ed esclusivo. Infatti, nel momento stesso in cui il margine si pone come nuovo punto di partenza per l'indagine filosofica, esso presuppone necessariamente l'andare oltre se stesso: la sua «verità», o se si preferisce il suo «senso», risiede nella sua parzialità e nel processo del suo stesso superamento, senza peraltro prevedere né una fagocitazione sistematica, né l'effettivo compimento del proprio superarsi - i margini non si superano, ma si abitano e si spostano.
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