Sinossi

La riforma del 1975 dell'Ordinamento Penitenziario ha rappresentato il volano imprescindibile per la costituzione ed il riconoscimento della materia oggetto di questo lavoro e dunque essa non potrà non risultare il punto di partenza per quanti, operatori, studiosi o interessati lettori, vorranno accostarsi al Diritto penitenziario, tuttavia, la stessa ha, negli anni, rivendicato quel vento di autonomia conquistato quasi mezzo secolo or sono per aprirsi, come già gli altri campi del diritto, alla multidisciplinarietà. Accanto alle riflessioni sorte durante i periodi storici di indubbio allarme sociale (anni '80 e '90) o sanitario (2020) altre novelle hanno intessuto il nostro Ordinamento penitenziario sulla spinta anche del pronunciamento di focali sentenze da parte della Corte europea. Una fra tutte: la nota sentenza Torreggiani (2013). Lo sforzo di rendere armonica la materia che ruota attorno alla realtà penitenziaria si poggia sulla responsabilità di saper far emergere tutte le correnti di pensiero che, in un non lontano passato, hanno contribuito a tessere gli articoli del codice penitenziario attualmente in vigore coniugandoli all'attualità delle dinamiche antropologiche ed umanitarie che si stanno, via via, manifestando nei tempi coevi attraverso, ad esempio, gli esiti del massiccio fenomeno migratorio che stiamo osservando. La narrazione dell'equilibrio costruito dai giuristi promotori della riforma del 1975 e di quanti ne hanno, nel tempo, integrato le sue evoluzioni sociali, filosofiche e morali, traducendole in materia giuridica, è il compito arduo che ci si è posti all'interno del presente volume al fine di descrivere tali passaggi senza perdere di vista l'obiettivo di rendere la materia viva e soprattutto dialogante con le riflessioni tanto del singolo soggetto quanto della collettività.