Sinossi

Il commissario Ruggero Lanza ha dovuto lasciare nel giugno 2010 il commissariato di Polizia di Taormina, dopo tre anni di piacevole soggiorno e di tranquilla attività di servizio in quella sede così confortevole. Aveva finalmente ottenuto il giusto riconoscimento delle sue capacità organizzative e investigative e, nominato Commissario capo, gli era stata assegnata la sede del commissariato centrale di Castelreale, una bella e ricca città in provincia di Catania assai più grande e più popolosa di Taormina. Qui i reati e i problemi criminali erano decisamente molto più gravi di quelli riscontrati nell'ambiente della 'perla dello Jonio', più incline ai piaceri della vita che alle brutture del crimine. Castelreale era largamente inquinato dai reati tipici della delinquenza organizzata, che in Sicilia, e non solo in Sicilia, si chiama mafia: estorsioni, traffico di droga, prostituzione e qualche ammazzatina ogni tanto erano i reati ricorrenti in quella città, ai quali Lanza non era più abituato. Le trame dei delitti e degli altri crimini provocano un iniziale spaesamento al bravo commissario Lanza che alla fine - e come dubitarne? - trova il bandolo della matassa e risolve brillantemente il caso, grazie al suo acume investigativo accompagnato da una flemma quasi britannica, così insolita per un poliziotto del suo rango, siciliano autentico per di più.