Sinossi

Il cervello assomiglia a un cavolfiore o a una noce, ma e eccezionale al punto da competere con i più avanzati "processi" delle reti neurali artificiali. Eppure questo strabiliante organo e vulnerabile a manipolazioni e suggestioni. Se qualcosa che ci circonda non è rapidamente spiegabile emerge in noi l'arcaica paura dell'ignoto non controllabile. Per fuggire da tale sensazione si ricorre al trascendente, come ad esempio a Dio o alla magia. Scendendo a compromessi, conviviamo passivamente con un gran numero di processi che la mente non è in grado di controllare. Se faccio questo gesto non mi succede niente di brutto. Se rompo uno specchio sono guai. Un gatto nero è creatura maligna. Quello magico è un mondo virtuale che accompagna la nostra esistenza. Ognuno ha una personale scorta di scaramanzie, mosse, comportamenti obbligati e credenze. "Riti di massa" e "vezzi personali" si mescolano nell'intimo e ci condizionano molto più di quanto siamo disposti ad ammettere.