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Impasse è un trattato di ontologia contemporanea che indaga le condizioni strutturali dell'esistenza a partire dall'impossibilità di accedere a una verità originaria. L'opera si sviluppa attorno al concetto centrale di distorsione come modalità costitutiva dell'apparire, e analizza in modo sistematico le categorie di falsità, lacerazione, alienazione e limite come elementi intrinseci all'essere umano nella sua storicità. Muovendosi in continuità con la tradizione fenomenologico-ermeneutica (Heidegger, Sartre) e con un confronto critico con la dialettica hegeliana e la genealogia nietzschiana, il testo propone una riflessione radicale sul fallimento come struttura portante del reale e sul pensiero come esperienza di sottrazione. Lungi dal proporre una via di uscita o un riscatto, Impasse costruisce un lessico filosofico interno alla crisi, elaborando la nozione di libertà nella limitazione come unica forma possibile di autenticità. La filosofia qui non è guida, ma esercizio di permanenza nel non-dominio, analisi rigorosa del destino umano sotto il segno della verità impossibile. Con una struttura articolata, un lessico concettualmente denso e uno stile espositivo ispirato alla scuola continentale, il volume si rivolge a studiosi, ricercatori e lettori impegnati interessati alle forme estreme del pensiero filosofico contemporaneo.
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