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Editore: Youcanprint
Reparto: Letteratura italiana: testi
ISBN: 9791224007807
Data di pubblicazione: 30/04/2025
Numero pagine: 44
Una breve favola vera del beato Felice da Nicosia, santo senza parole dette difficili, analfabeta, senza parole scritte faticose, l'«Asino del convento», maestro di carità, taumaturgo. Santo sottoproletario, operatore di miracoli singolari per il popolo infimo e terrone della sua terra di origine. San Felice da Nicosia, città in provincia di Enna, al secolo Filippo Giacomo Amoroso (Nicosia, 5 novembre 1715 - 31 maggio 1787), è stato un francescano italiano; beatificato nel 1888 dal papa Leone XIII, è stato proclamato santo da papa Benedetto XVI, nel 2005. Figlio di Giacomo, calzolaio, e di Arcangela La Nocera, casalinga, fu anch'egli calzolaio e visse nella stessa miseria delle plebi contadine dei Nebrodi. Dopo anni di rifiuti, fu accolto per il noviziato presso il convento dei Cappuccini di Mistretta, città limitrofa di Nicosia, in provincia di Messina. Camminando-camminando un pastore dei Nebrodi lo incontra nelle trazzere di montagna, lo riconosce con esitazione, ne narra l'incontro con le parole antiche del dialetto siciliano e gli dedica un canto-racconto con il suono del suo friscalettu di canna. Il fine del pecoraro è quello del Poverello di Assisi: scoprire e conoscere con le ragioni del cuore cosa sia perfetta letizia. Non è un testo di storia, né una biografia e neppure un'agiografia. È una fantasia poetica. È una fabula vera, poiché è di me [di chi scrive] che si parla in questa favola. Lo scriveva Orazio: «...de te fabula narratur...» (Satire, I, 1, 69-70).
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