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Editore: In Dialogo
Reparto: Problemi e servizi sociali
ISBN: 9791255950349
Data di pubblicazione: 24/04/2025
Numero pagine: 176
Collana: Attualità
Perché una persona arriva a delinquere? Quanto conta il contesto in cui vive? Come resistere alla detenzione o all'ergastolo? Come può riprendere la vita dopo il fine pena? Qual è, oggi, la realtà carceraria e come potrebbe essere? Alcuni esperti approfondiscono temi di grande attualità: dalla salute mentale alle misure alternative, dal sovraffollamento a una nuova idea di carcere, dalla riforma Cartabia al lavoro della Polizia penitenziaria. Luigi Pagano (ex direttore istituti penitenziari, ex provveditore regionale, ex vicecapo Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) parla di struttura «anacronistica», di necessaria collaborazione tra istituzioni, di "sorveglianza dinamica"; Anna Giroletti (responsabile presso l'Asst Santi Paolo e Carlo della Struttura semplice dipartimentale del Servizio psichiatrico penitenziario di San Vittore, Opera, Bollate e Beccaria) affronta il tema della salute mentale e della formazione; Teresa Mazzotta (dirigente dell'Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna Lombardia) descrive opportunità e limiti delle misure alternative. Don Marco Recalcati (cappellano incaricato di San Vittore e delegato regionale delle carceri della Lombardia) si sofferma sul ruolo dei cappellani e della Chiesa nelle carceri; infine Bruna Dighera (membro del Tavolo lecchese per la giustizia restorativa, mediatrice penale ed esperta formatrice, psicologa, psicoterapeuta) spiega la giustizia riparativa attraverso l'esperienza dell'"Innominato" e dei circles attivi a Lecco, cui partecipano autori di reato, vittime e cittadini che, in queste pagine, restituiscono la loro esperienza. Accanto a loro, Luisa Bove dà voce al racconto in prima persona di alcuni detenuti che, attraverso un lungo percorso di autoconsapevolezza e accompagnamento, hanno saputo trovare la chiave del proprio riscatto. «Per far respirare le istituzioni penitenziarie occorre una poderosa retromarcia nell'esercizio del potere assoluto e nella spoliazione dell'identità e dell'individualità dei reclusi. Occorre costruire una quotidianità in cui il detenuto sia protagonista responsabile, garantendogli l'esercizio di tutti i diritti compatibili con la riduzione della libertà.» (Lucia Castellano)
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