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L'hardcore punk è un sottogenere del punk rock nato a Los Angeles a fine anni Settanta, che si è diffuso rapidamente a Washington, New York e Boston, e successivamente anche in Europa e in Italia con un interesse di pubblico che dura ancora oggi. I suoi capisaldi erano tra gli altri: Black Flag, Bad Brains, Circle Jerks, Adolescents, e in Italia Negazione, CCM e Indigesti. Fu lo stile riferimento di altri gruppi che poi, ammorbidendolo, diventarono i Red Hot Chili Peppers e i Nirvana. Era la forma pura del punk: veloce, arrabbiato, politico. Per questo è diventato un mito inossidabile. Poiché gran parte delle formazioni dell'epoca non voleva avere contatti con l'industria musicale, l'hardcore punk esprimeva un approccio tipicamente Do it yourself di autoproduzione. Per questo la forma di comunicazione privilegiata per promuovere i concerti era quello dei flyer, i manifesti fotocopiati, che sono diventati una specie di forma d'arte legata a quella musica, e obiettivo di appassionati e collezionisti. Questo libro è la riproposta del catalogo - ormai introvabile - della leggendaria mostra sull'hardcore punk americano organizzata con l'aiuto e l'archivio di molti fratelli e sorelle tra cui Marzio "Mungo" Bertotti e Vittorio Piaggi di "linea diritta" - e che ha circolato per l'Italia a partire dal 2007 a seguito dell'uscita del libro Steven Blush American punk hardcore, da cui è stato tratto il film/documentario American Hardcore di Paul Rachman, entrambi pubblicati da Shake.
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