Sinossi

Crisalide è la storia di una crescita, di una maturazione e di una faticosa trasformazione tutta giocata al femminile da una ragazza, Ginetta Forlani, che vive in un piccolo paese della Bassa bergamasca, a ridosso degli anni '60 del secolo scorso, gli anni del boom economico, della caotica e speculativa espansione edilizia, della grande migrazione verso il Nord di milioni di braccianti provenienti dal Sud Italia, delle tumultuose contestazioni politiche e sociali, della nascita del neo-femminismo. In questo vivace e contraddittorio contesto storico, Ginetta, a cui viene impedito di proseguire gli studi, cresce segregata in casa, accanto alla madre che le insegna il mestiere di sarta. Ginetta è una ragazza sola, di umili origini e con pochi strumenti culturali, una ragazza qualsiasi, appunto, che dovrà affrontare non pochi ostacoli per arrivare a cogliere il messaggio rivoluzionario contro ogni forma di oppressione e di violenza di cui le neo-femministe - con cui si troverà a contatto - si fanno portatrici e di cui lei stessa, in un qualche modo, né è l'emblema. Storia di una donna, certo, "Crisalide", ma anche storia di milioni di donne costrette a vivere fuori dalla Storia e relegate in un protagonismo negativo di cui, a dispetto delle lotte e delle incontestabili conquiste, ancora oggi è necessario prendere coscienza per riappropriarsi fino in fondo della vita. "Crisalide", tuttavia, è un romanzo che non può essere circoscritto a una chiave di lettura esclusivamente femminista, ma sottintende un messaggio più profondo, rivolto a tutti gli esseri umani. L'autrice, attraverso Olga - un personaggio significativo del romanzo - è convinta, infatti, che solo un processo di maturazione individuale, vissuto nella solitudine, possa realmente aiutare gli esseri umani, tutti, a crescere e realizzarsi al di là di ogni conformismo intellettuale e morale, per prendere piena consapevolezza della propria persona e delle proprie potenzialità espressive.