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Il libro di Giovannone, una straordinaria e ordinata raccolta di documenti ufficiali, mostra la faccia nascosta e feroce della Storia d'Italia, i crimini commessi da "eroi" risorgimentali ai danni delle popolazioni meridionali, colpevoli di non volersi sottomettere alla conquista dei Savoia. I guerriglieri delle Due Sicilie resistono oltre ogni limite, impegnando l'imponente esercito invasore per circa 10 anni. Ma il segno più forte sulle sorti del conflitto lo lasciano le violenze contro le popolazioni. Che si presentano anche in una nuova forma. Non paghi di tenere sotto minaccia familiari ed amici dei combattenti, gli occupanti passano a una misura terribile che si rivelerà decisiva per le sorti del conflitto e per il consolidamento della "Pace Sabauda": il sequestro senza processo di immense moltitudini di persone non imputate di nulla, ma solo diffamate da qualcuno, oppure fatte oggetto di meri sospetti; oppure parenti, anche molto alla lontana, di cosiddetti briganti; o anche ritenute rientranti nelle categorie dei "vagabondi" o degli "oziosi". Persone di ogni età, dai vecchi ai neonati che seguono le madri, vengono confinate in luoghi lontani, angusti, insalubri, costrette a una vita disumana e, nella maggior parte dei casi, ai lavori forzati, per lo più nelle miniere. Nelle narrazioni degli storici di professione, di questa smisurata tragedia si trovano per lo più cenni parsimoniosi e fugaci...
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