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Editore: Giappichelli
Reparto: Diritto
ISBN: 9788834836903
Data di pubblicazione: 01/11/2012
Numero pagine: XI-333
Collana: Procedura penale. Studi
La controversa figura dei collaboratori di giustizia, importante strumento di accertamento dei reati di criminalità organizzata, torna a fasi alterne alla ribalta per l'eco di talune rivelazioni che sovente aprono scenari investigativi del tutto nuovi. È noto che, proprio per le potenzialità dei racconti che promanano da coloro che hanno fatto parte delle associazioni criminali, il legislatore ha progressivamente incentivato la collaborazione processuale. Se da una parte, però, è possibile cogliere la tendenza a sollecitare la scelta di collaborare con la promessa di un premio, dall'altra è pure evidente la diffidenza per i racconti resi da chi abbia un tornaconto personale. Con l'introduzione del vigente codice di rito si era ritenuto che i rischi di inaffidabilità delle dichiarazioni del coimputato potessero essere controllati grazie alla regola posta dall'art. 192 commi 3 e 4, in base alla quale tali dichiarazioni possono essere valutate solo in presenza di adeguati elementi di riscontro. Col tempo, però, è maturata la consapevolezza dell'insufficienza di questo meccanismo quando la chiamata in correità provenga da un collaboratore di giustizia, e della conseguente necessità di dotarsi di mezzi di controllo ulteriori, che permettano di selezionare dichiarazioni attendibili per tutto l'arco del procedimento, non solo al momento della valutazione in giudizio del materiale probatorio raccolto. Lo studio analizza questi strumenti normativi di promozione dell'attendibilità.
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