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Il ''Menone'', uno dei dialoghi platonici più importanti, è una sorta di ''manifesto programmatico'' in cui Platone presenta ciò che intende realizzare attraverso l'istituzione della sua Accademia; vale a dire la fondazione della virtù politica sulla vera scienza. I validi politici ateniesi del passato sono stati tali, secondo Platone, solo per ''retta opinione'' che hanno posseduto per ''ispirazione'' e non per vera conoscenza: e, per questo motivo, non hanno potuto insegnare ad altri la loro virtù politica. La vera virtù politica deve fondarsi sulla ''conoscenza'' e sulla ''scienza''. A questo riguardo, si impongono come emblematiche le pagine sull'''esperimento maieutico'', in cui Socrate dimostra la tesi della conoscenza come reminiscenza, facendo emergere dall'animo di uno schiavo, del tutto ignaro di geometria, la soluzione di un difficile problema geometrico. L'edizione curata da Giovanni Reale - studioso e interprete di Platone di fama internazionale - si distingue per il ''saggio introduttivo'' che evidenzia tutte le problematiche del dialogo, per la ricchezza delle ''note di commento'' e per il ''saggio integrativo'' di Imre Toth, uno dei maggiori filosofi e storici della matematica del Novecento. Elisabetta Cattanei ha curato, oltre alla redazione del saggio di Toth, un'esauriente bibliografia ragionata degli studi sul ''Menone'' nel Novecento. Il testo greco a fronte riproduce l'edizione critica oggi di riferimento.
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