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Editore: Edizioni Scientifiche Italiane
Reparto: Diritto
ISBN: 9788849553413
Data di pubblicazione: 15/07/2023
Numero pagine: 228
Collana: Univ. Molise-Dipartimento giuridico
Gli assalti compiuti nel Settecento dalle ciurme di Tunisi, Tripoli, Algeri, Salé nel Mediterraneo furono considerati dai contemporanei come atti di pirateria o, all'opposto, l'esplicazione di una condotta bellica non dissimile da quella praticata dagli Stati europei sugli spazi marini. La questione costituisce la chiave di lettura per esaminare i problemi aperti, per la cultura giuridica, dal nuovo quadro politico delineato dalla dinastia borbonica che segnò una svolta nei rapporti tra il Mezzogiorno e il tradizionale nemico musulmano. Si trattò di una storia fatta di scontri e incomprensioni, ma anche di collaborazioni inedite e legami inaspettati. Un rapporto destinato fatalmente ad interrompersi all'indomani della Grande Rivoluzione e delle campagne napoleoniche. Nel nuovo ordine della "civilizzazione" e del "progresso", le reggenze barbaresche sarebbero divenute l'emblema di una umanità barbara e selvaggia, portatrice di valori radicalmente antitetici a quelli occidentali. Da quel momento in avanti, il modello discorsivo del pirata come combattente senza legge e nemico universale avrebbe contribuito a nutrire una nuova retorica: quella coloniale.
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