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Editore: Salerno
Reparto: Letteratura italiana: testi
ISBN: 9788869731914
Data di pubblicazione: 15/06/2017
Numero pagine: 476
Collana: Ediz. delle opere di Niccolò Machiavelli
Può apparire paradossale che il fondatore della politica moderna, il commentatore di Livio, il teorico dell'arte militare, lo storico di Firenze, sia al contempo l'autore della Mandragola, capolavoro indiscusso della commedia italiana del Cinquecento. E che quello stesso autore scriva poi con la Clizia una seconda commedia che rappresenta sotto parvenza di moralità una vicenda che sfiora tabù che solo il dramma borghese di fine Ottocento avrebbe riaffrontato. Il fatto è che la vicenda umana di Machiavelli è già di per sé un insieme indistinguibile di comico e tragico: ma è anche la cultura di cui egli si nutre a indirizzarne l'arte verso questi esiti in apparenza contraddittori, peraltro ben documentati anche dagli Scritti in poesia e in prosa raccolti nel secondo volume di questa sezione. Machiavelli è un umanista che dialoga coi classici non solo nell'interpretare la politica e la storia, ma anche nel rappresentare da commediografo la vita quotidiana. L'autore del Principe impara l'arte della commedia traducendo in età giovanile l'Andria di Terenzio, i cui schemi drammaturgici diventeranno la griglia che gli consentirà nelle due commedie originali di mettere in evidenza gli aspetti più paradossali della realtà, sostenuto da un'attenzione vivissima al gioco delle passioni e da un temperamento beffardo disposto a dissacrare qualsiasi valore. Ma per questo la cultura classica non era più sufficiente: erano anche necessarie radici profonde nella grande cultura volgare fiorentina tre-quattrocentesca, che da Boccaccio in poi aveva rappresentato senza moralismi il divertimento della vita in tutte le sue manifestazioni. Le commedie di Machiavelli sono presentate in questo volume in nuove edizioni critiche, con un commento che evidenzia tutti i fili che saldano la scrittura teatrale a quella delle altre opere storiche e politiche del Segretario, oltre che alle lettere e alle legazioni. Sono anche evidenziate le filigrane del testo che rimandano agli scrittori dai quali Machiavelli traeva ispirazione: soprattutto Plauto, Terenzio, Lucrezio, Ovidio, Giovenale tra gli autori latini; Boccaccio, Burchiello, Pulci, Lorenzo de' Medici, Poliziano tra i volgari. L'indagine storico-critica preliminare all'edizione ha inoltre portato alla luce elementi che consentono di aggiornare la cronologia delle commedie di Machiavelli, col riconoscimento nell"Andria di un lavoro giovanile precedente l'entrata dello scrittore nella Cancelleria fiorentina e con l'anticipazione della Mandragola dal l5l8-'20 al 1514-'l5, dunque a ridosso della composizione del Principe. L'accostamento cronologico del capolavoro teatrale agli anni dei Discorsi e del Principe configura il periodo aureo dell'arte di Machiavelli. Nelle opere degli anni '20 lo scrittore esprimerà l'originalità del suo pensiero sempre a partire da testi altrui, cosa che, oltre che nella Vita di Castruccio Castracani, nelle Istorie fiorentine e forse nel Discorso intorno alla nostra lingua, accadrà anche nella Clizia.
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