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In costante riferimento al quadro metodologico che Roberto Gilardi traccia nell'Introduzione e al suo fermo invito a non confondere le anticipazioni operate da David Hume di problematiche e tematiche contemporanee con l'eredità che ci ha lasciato il filosofo scozzese, o con la comparsa nel secolo scorso di vere e proprie teorie neohumeane, i cinque saggi che compongono il volume si occupano via via di individuare la presenza, o in alternativa di giustificare l'assenza di teorie autenticamente neohumeane sul sé ora in singoli pensatori come Ludwig Wittgenstein e Daniel Dennett, ora nei più ampi contesti della riflessione di matrice femminista, della cultura speculativa francese e del dibattito "ideologico" instaurato con Hume in primo luogo dai padri del marxismo, quindi dai filosofi sovietici.
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