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L'incontro con la wilderness. Macrofiguralità e incroci intertestuali da Conrad a Malouf e Patchett
Rocchi Anna

L'incontro con la wilderness. Macrofiguralità e incroci intertestuali da Conrad a Malouf e Patchett

Editore: Edizioni ETS

Reparto: Letterature straniere: critica

ISBN: 9788846746870

Data di pubblicazione: 26/05/2017

Numero pagine: 172

Collana: Diagosfera


16,00€
Esaurito

Sinossi

Nel libro si individuano i molteplici aspetti in cui l'incontro con la wilderness si articola nella narrativa di David Malouf (australiano) e Ann Patchett (americana), entrambi debitori di "Heart of Darkness", opera dell'anglo-polacco Joseph Conrad. La natura selvaggia ha un impatto destabilizzante sulla psiche dei personaggi che sperimentano, al suo cospetto, diverse forme di disorientamento e regressione, favorendo l'emersione di materiali inconsci e panorami interiori normalmente ignorati. Al frastornamento ammaliato indotto in Marlow dalla realtà inconsueta della foresta vergine segue un contraccolpo definito, con le parole di Conrad, il "colpo di zampa", che si manifesta come malattia febbrile e/o delirio allucinato. Anche la "diade" Marlow-Kurtz è vista come una struttura relazionale che favorisce la ricerca di una conoscenza occulta. Questi nuclei di figuralità, "incarnandosi" in "State of Wonder" (A. Patchett, 2011), danno luogo a sviluppi che conferiscono spessore narrativo al romanzo. Di esso si approfondisce in particolare la prevalenza conferita al genere femminile, laddove in "Heart of Darkness" quest'ultimo funzionava semplicemente da catalizzatore per le azioni dei personaggi maschili. Un inedito rilievo è attribuito alla sfera istintuale e alla maternità, che confluisce in un'altra tematica, cruciale anche in Conrad, quella della bugia e del tradimento. Dalla lettura intertestuale emergono somiglianze, sviluppi e configurazioni innovative, tra cui la distinzione di due livelli di regressione, il going native e il più avanzato going natural (o nature), denso di implicazioni metafisiche e spirituali. È tuttavia attraverso i due testi di Malouf - "An Imaginary Life" (1978) e "Remembering Babylon" (1993) - che quest'ultimo stadio trova la sua più piena rappresentazione, configurandosi come momento identificativo con il naturale. Chiudendo il cerchio, una lettura attenta dei testi rivela come, allo stato germinale, già in "Heart of Darkness" fossero presenti attimi di comunione panica, poi dispiegati ed espansi nei due romanzi australiani. Prefazione di Fausto Ciompi.

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