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Maria d'Ungheria: Maria degli Arpád-Házi, donna regina e le chiese napoletane del Trecento. Vol. 2: La tragedia di «donna regina», una madre nella crisi del Trecento
Cuttrera Sabato

Maria d'Ungheria: Maria degli Arpád-Házi, donna regina e le chiese napoletane del Trecento. Vol. 2: La tragedia di «donna regina», una madre nella crisi del Trecento

Editore: ABE

Reparto: Biografia e genealogia

ISBN: 9788872973882

Data di pubblicazione: 05/03/2025

Numero pagine: 132

Collana: Le regine di Napoli


44,00€
Si fa attendere

Sinossi

In questa seconda parte dedicata alla Regina Maria d'Ungheria si affronta fin da subito la fine di un sogno, quello reale, e l'inizio della decadenza, quella inaspettata. È la casualità delle cose che manda a monte il progetto degli Angioini sui troni d'Europa, l'evoluzione rinascimentale, per tornare alla radice religiosa, ma dei fraticelli del Trecento. È così che la Regina diventa vedova di Carlo II, e da subito sirocchia, cedendo il posto alla nuora, Sancia di Maiorca, sposa dell'erede Re Roberto, sempre più indebolito dalle infiltrazioni dei Catalani in tutto il reame. Preoccupazioni e piaghe si moltiplicano e la morte del bellissimo figlio Piero, perito nella storica Battaglia di Montecatini, segna l'inizio della fine di un sogno prestigioso. È il dolore che prende il sopravvento sulla politica di espansione, quello che trascina la stessa famiglia reale nel vortice aragonese e alla fine getta le armi per un riavvicinamento dei congiunti, vicini e lontani, e dell'Isola di Sicilia, a cui spetta il trono palermitano di Sicilia Citra. Cronisti e storici afferrano al volo il personaggio e la Regina, da sciamana, diventa quasi monaca: ora costruisce chiese latine, fonda conventi di monache, favorisce ordini religiosi diversi. E i diari lasciano il posto alla forma letteraria, affinché a brillare sia la tragedia, il canto greco degli anni giovanili, il lamento per la morte del bellissimo Piero che diventa costruzione, studio, poesia. La Regina è nuda, piange e si dispera, poi di scatto si riprende e costruisce chiese, favorisce i francescani e le donne monache. Lascia per se stessa soltanto un angolo nella chiesa di Donna Regina, dove innalzare il suo sepolcro, unico trofeo dell'invincibile battaglia contro la morte. Il suo testamento, come quello del fu marito a favore di Re Roberto, è l'albero della vita: dona tutto a tutti ancora in vita, dalle principesse ai servi: anelli e collane di perle, terre ricche e paludi sconosciute diventano il suo orgoglio testamentale. L'incontro con i parenti-nemici siciliani, l'invocazione alla pace, la restituzione del Patrimonio di S.Pietro al Papa fanno da cornice a una scuola religiosa che si impone sulla scena e frena il pre-Rinascimento, schierando dalla sua parte una miriade di chiese che dettano legge al popolo. Il bisogno del potere, che la portò a essere genitrice di 14 figli, si tramuta nell'amore di genitrice di tanti figli, nati chi alla corte di Nocera a S.Giovanni, chi a Rocca Baio di Partenope. È una storia di santi e di principi, di dame e cavalieri: la vera eredità quando il lutto prende il sopravvento. È il viaggio infinito della lunga vita reale di «Donna Regina»: Maria è la mamma di tutti i Napoletani, dei Pugliesi e degli Ungheresi che la generarono, ma anche dei Siciliani. Il Vespro, la setta dei Flagellanti che penetra a Palazzo, le reliquie del figlio che diventa Santo a Marsiglia, l'educazione di corte impartita ai nipoti e ai principi di mezza Italia si sgretolano, nelle ultime pagine di questa pimpante biografia regale. Obiettivo finale della Regina di Napoli è lasciare ai vivi chiese-scuola per insegnare ai paggi che esiste un mondo diverso da quello del lusso: la preghiera. Da qui la necessità di assicurare un futuro ai Templari, a S.Maria Egiziaca, alla Maddalena, alla Casa dell'Annunziata AGP, e a San Martino. Ecco l'ultima ambizione di una sovrana. Arturo Bascetta

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